sabato 29 agosto 2009

No al terzo mandato. No ai piccoli Chavez


Ho letto l’articolo sull’ultimo eco-mese, relativamente al terzo mandato dei sindaci nei piccoli comuni .

Nel 2006 in un paese della Campania, Ravello, Secondo Amalfitano, il più accanito sostenitore del terzo mandato dentro l’ANCI , si candidò in spregio alla legge, per una terza volta, per creare il caso. Furono i suoi cittadini a mandarlo a casa non eleggendolo.

Anche nella provincia di Torino 2004,  di fronte a questo "problema" non fu affatto difficile sostituire i sindaci al secondo mandato: molti di essi si ritirarono o si presero qualche anno di pausa e bene o male i nuovi fecero il loro mestiere o non fecero più disastri dei predecessori.

Dunque non sembrerebbe che in Italia i piccoli comuni debbano essere condannati, per mancanza di alternative a essere comandati sempre dagli stessi . Che i nostri comuni non abbiamo bisogno di piccoli Chavez (che ha semplicemente ottenuto quello che Formigoni aveva già e i nostri sindaci sognano: candidarsi una terza volta).

Non è che forse ai sindaci hanno dato troppo potere e la possibilità di scegliersi troppo facilmente vicesindaco e collaboratori e cambiarli quando vuole, di fare piazza pulita attorno a se per evitare che nascano futuri antagonisti ? Facile stroncare la dialettica nei consigli comunali (svuotati di senso), monopolizzare la vita culturale nei paesi e poi dire: “visto non c’è nessuno” ?
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