Pubblicata su L'Eco del Chisone
Vedo con piacere che l’on. Giorgio Merlo , dopo mesi, anni in cui ci ha raccontato neanche troppo in politichese di come doveva strutturarsi il suo partito, sugli organi, sulle filosofie e altre interessanti questioni., sembra con l’ultima lettera essersi avvicinato a problemi per noi “concreti”… il lavoro.La lettera della settimana infatti parla delle comunità montane (per le quali la penso come Beppe Grillo: non andavano abolite: si dovevano abolire i comuni che ne facevano parte). Come si pone davanti al problema un cassaintegrato, disoccupato, precario che prende se va bene di stipendio meno di un quinto o un decimo di un onorevole, che se prende il treno paga il biglietto? Forse solidarizza, perché si tratta sempre di posti di lavoro, per presidenti ed assessori.
Non me ne voglia, On. Merlo, la mia non è una critica personale, ma alla casta di cui fa parte e sopratutto al suo partito: che ormai si è perso da mesi in questioni su primarie, candidature, tesseramento ecc. ma che dei problemi della gente (dal lavoro ai servizi pubblici, come i treni, le poste, la sanità ) sembra essersene dimenticata.
Ma forse la vita reale non è contemplata nel tanto discusso statuto del PD.